Radiochirurgia stereotassica per epilessia del lobo temporale mediale e predittori di efficacia del trattamento
La radiochirurgia stereotassica è un trattamento promettente per epilessia del lobo temporale mediale intrattabile, ma le basi di questa efficacia non sono ben note.
In uno studio, 30 pazienti con epilessia del lobo temporale mediale sono stati randomizzati per ricevere 20 o 24 Gy, isodose del 50% di radiochirurgia stereotassica centrata sull'amigdala, 2 cm dell'ippocampo anteriore e il giro paraippocampale.
La risonanza magnetica post-trattamento è stata valutata in modo quantitativo per anomalie di iperintensità in T2 e aumento del contrasto, effetto massa e in modo qualitativo per cambiamenti spettroscopici e di diffusione.
I dati di risonanza magnetica sono stati analizzati per potenziale associazione con dose di radiazione e remissione delle crisi ( Engel Ib o esito migliore ).
Nonostante una dose altamente standardizzata, la radiochirurgia stereotassica ha prodotto alterazioni variabili in risonanza magnetica.
In pazienti con immagini multiple seriali, la comparsa di edema vasogenico si è manifestata approssimativamente 9-12 mesi dopo radiochirurgia stereotassica ed è risultata correlata con insorgenza di remissione delle crisi.
Le alterazioni di diffusione e visualizzate con spettroscopia sono risultate consistenti con un meccanismo di danno del lobo da radiazione mediato da danno vascolare locale e perdita neuronale.
Il grado di queste alterazioni precoci al picco di risposta radiografica è risultato dose-dipendente e predittivo per la remissione delle crisi a lungo termine nel terzo anno di follow-up.
I cambiamenti radiografici non sono risultati associati a disturbi neurocognitivi.
In conclusione, la radiochirurgia stereotassica del lobo temporale ha portato a una significativa riduzione delle crisi in modo ritardato e ben correlato con alterazioni strutturali e biochimiche osservate in esami neurologici per immagini.
L’individuazione precoce dei cambiamenti potrebbe offrire informazioni prognostiche per la gestione della malattia. ( Xagena_2010 )
Chang EF et al, Neurology 2010; 74: 165-172
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