Gestione della trombosi acuta della vena porta e della vena mesenterica


La trombosi acuta della vena mesenterica e la trombosi della vena porta sono associate a un alto rischio di mortalità e morbilità dovute in parte alle difficoltà nel diagnosi e in parte alle difficoltà chirurgiche.

Il trattamento iniziale per la trombosi acuta della vena mesenterica e la trombosi della vena porta è controverso. Alcuni autori hanno proposto un approccio chirurgico, mentre altri sostengono una terapia medica a base di anticoagulanti.

Uno studio ha analizzato e confrontato i risultati ottenuti con i trattamenti chirurgici e medici per determinare il migliore trattamento iniziale per questa patologia.

Sono state esaminate in modo retrospettivo le cartelle cliniche e i dati clinici di 10 pazienti trattati per trombosi acuta della vena mesenterica e trombosi della vena porta.

Ogni paziente è stato valutato per la diagnosi, il trattamento iniziale ( laparotomia o uso di anticoagulanti ), la morbidità, la mortalità e la durata dell’ospedalizzazione.

Tutti i pazienti sono stati inizialmente trattati con Eparina non-frazionata. Il ricovero ospedaliero medio è stato di 20 giorni. Gli altri sette pazienti sono stati sottoposti solamente a terapia con anticoagulanti.

Durante il periodo di follow-up, tutti i pazienti sono stati controllati attraverso tomografia computerizzata.

Cinque pazienti hanno mostrato miglioramento, 4 pazienti non hanno presentato nessun cambiamento, mentre 1 paziente ha peggiorato le condizioni della trombosi acuta della vena mesenterica e della trombosi della vena porta.

Nove pazienti hanno mostrato alla tomografia computerizzata trasformazione cavernosa del sistema venoso lungo le vena mesenterica e porta.

Non ci sono stati decessi.

Dallo studio è emerso che la gestione non-chirurgica per la trombosi acuta della vena mesenterica e la trombosi della vena porta è realizzabile quando l’infarto dell’intestino non porta a necrosi transmurale e perforazione intestinale.
La morbilità, la mortalità e l’esito a lungo termine sono simili nei casi di gestione chirurgica e non.
Un approccio non-chirurgico, quando indicato, evita la resezione del piccolo intestino macroscopicamente infartuato nei casi potenzialmente reversibili con la sola terapia a base di anticoagulanti. ( Xagena_2010 )

Seung M-K et al, Chirurgia 2010; 23: 235-240



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